A cinquant’anni dal Concilio, la mentalità missionaria è molto cambiata all’interno
della chiesa. Anche gli istituiti missionari sono cambiati, vuoi per la trasformazione
della missione vuoi per la loro stessa mutazione interna. In questo
rimescolamento di carte, i temi e i problemi tradizionali della missione si sono
incrociati nell’osservatorio e laboratorio della missione ad gentes con le
nuove sfide della missione, quali la secolarizzazione, il pluralismo religioso e la
globalizzazione. Nel suo ideale pellegrinaggio per il mondo, l’autore tiene conto
soprattutto del punto di vista degli istituti missionari. Prende successivamente
in considerazione l’ad gentes nell’orizzonte del mondo secolarizzato, delle
religioni e delle culture. I missionari, ospiti e pellegrini di questo tempo religiosamente
e culturalmente incerto, sono chiamati a “dire Dio” e il vangelo di Gesù
Cristo, facendoci carico delle gioie e delle speranze, delle tristezze e delle
angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono.
È quanto ha chiesto alla chiesa il Vaticano II, un Concilio in buona parte ancora
davanti a noi!