Con la promulgazione dei motu proprio
Mitis Iudex Dominus Iesus e
Mitis et Misericors Iesus (15 agosto 2015) è stata introdotta la riforma del processo canonico di nullità matrimoniale fortemente voluta dal Santo Padre Francesco. Un volume dei 'Quaderni di Ius Missionale' ne offre un'approfondita analisi sottolineandone, sul piano storico-giuridico e pratico-funzionale, la portata innovativa e l'intento di semplificare e rendere più celeri le cause matrimoniali.
«Com’è ben noto, la tanto auspicata riforma del processo di nullità matrimoniale canonico si ispira ad alcuni principi fondamentali, che lo stesso papa Francesco si è premurato di evidenziare nel proemio dei
motu proprio, e che le conferiscono una spiccata connotazione pastorale. L’iniziativa del Santo Padre, infatti, procede dalla consapevolezza, confermata anche dalla maggioranza espressa nel corso del Sinodo straordinario sulla famiglia del 2014, dell’esistenza di un gran numero di fedeli che versano in situazioni matrimoniali difficoltose e che chiedono alla Chiesa una parola chiarificatrice per la propria coscienza. Così, da questa rinnovata consapevolezza nascono i principi che hanno guidato la riforma del processo: il principio della centralità del Vescovo quale giudice naturale dei fedeli; il principio della sinodalità nel servizio della giustizia, con la rivalutazione del ruolo del Metropolita, il principio della prossimità del giudice ed il principio di una giusta celerità e semplicità del processo. Nondimeno, non è sfuggita al Santo Padre la necessità di salvaguardare secondo verità e giustizia il principio della indissolubilità del vincolo matrimoniale, a cui tutela si è voluta preservare la via giudiziale come unica via procedurale per il processo di nullità matrimoniale.
Dai principi ispiratori scaturiscono le novità introdotte dalla riforma, tra le quali vanno senz’altro menzionate l’abrogazione dell’istituto plurisecolare della doppia sentenza conforme per il passaggio a nuove nozze e il nuovo
processo breviore dinanzi al Vescovo. Ambedue le novità vanno nella direzione di una giusta celerità e semplicità del processo, manifestano da parte del Legislatore Supremo una sempre maggiore fiducia nell’operato dei Tribunali ecclesiastici, ed al tempo stesso investono di nuove e più gravose responsabilità sia gli operatori del diritto sia, in
prima persona, i Vescovi».
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Tra rinnovamento e continuità. Le riforme introdotte dal motu proprio 'Mitis Iudex Dominus Iesus', dall'introduzione dei curatori E.B.O. Okonkwo e A. Recchia - SETTEMBRE 2016]