Uno sguardo volto al panorama dell’ermeneutica delle fonti nelle diverse tradizioni religiose può rendere possibile l’apertura a un nuovo dialogo. Se la storia dell’ermeneutica cristiana ha dato i suoi risultati - ed altri ancora è chiamata a darne -, è auspicabile che ogni altra tradizione religiosa muova i propri passi in direzione delle rispettive origini, dalla rilettura critica delle quali potrà meglio identificarsi anche in relazione alle altre tradizioni. Lo sfondo storico muove dal passaggio dalla prospettiva apologetica più classica a quella che riconosce alle religioni una primaria funzione salvifica fondata sul disegno divino, così da configurare un interesse soteriologico da parte della teologia cattolica per le diverse religioni. Numerosi sono gli interrogativi che emergono dalla prospettiva qui indagata, a partire da una riflessione sistematica condotta nell’ambito di una ricerca interdisciplinare promossa dalla Pontificia Università Urbaniana che ha visto la partecipazione di importanti studiosi di diverse nazionalità: in quale modo ogni tradizione religiosa rilegge e interpreta i propri testi sacri? Ovvero, come l’ermeneutica biblica, nelle tradizioni ebraica e cristiana (cattolica, ortodossa e riformata), offre elementi per l’autocomprensione religiosa e, dal punto di vista islamico, si può parlare di rilettura critica del Corano? La radice cristologico-trinitaria dell’identità cristiana come entra in relazione con il pluralismo religioso? Quali nuovi paradigmi missionari sono possibili, alla luce di un’autocomprensione religiosa in relazione con l’altra, non esclusivista né relativista, che eviti le derive di fondamentalismo, sincretismo e indifferentismo?